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Il segmento testuale La difesa è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 281Entità Multimediali , di cui in selezione 36 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 462

Brano: [...]tieri, Lucia Landi, Giovanna Malta, Maria Mazzesi, Francesco Mazzotti, Giuseppe Mazzotti, Aminia Melandri, Giuseppe Melandri, Anseimo Montanari, Michele Montanari, Maria Paganini, Celso Pondi, Dino Pondi, Eligio Ricci, Lina Ricci, Stefano Ricci, Ermenegilda Ronchi, Primo Suprani, Rina Suprani, Bianca Zanotti. %

Bibliografia: L. Casali, Zona 6. La Resistenza a Cervia e nelle Ville Unite, Cervia, Saporetti 1971.

L.Ca.

Madrid, Difesa di

La difesa di Madrid, durante la guerra civile spagnola scatenata dal generale Francisco Franco, cominciò il 18.7.1936 e terminò nel marzo 1939.

Data l’importanza politica della città come capitale della Repubblica, la sua posizione geografica e il suo significato intemazionale, i ribelli franchisti erano convinti che, dopo la caduta di Madrid, in poche settimane avrebbero potuto concludere vittoriosamente la guerra. Perciò, dal luglio 1936 al marzo 1937 essi concentrarono tutte le loro forze in un’unica battaglia che aveva come solo obiettivo Madrid. Alle quattro grandi offensive scatenate per far c[...]

[...]per scon

Una via di Madrid nei giorni dell'assedio (1936)

tata l’entrata di Franco a Madrid. La seconda si ebbe nel gennaio 1937, quando i fascisti tentarono di impadronirsi della parte nordorientale della città (Majadahonda). La terza offensiva si svolse in febbraio nel Jarama e la quarta in marzo sul fronte di Guadalajara (v.), dove le legioni fasciste di Mussolini vennero clamorosamente sconfitte dal nuovo Esercito popolare spagnolo.

La difesa popolare

Nella difesa della capitale, che fu sostenuta direttamente dalle masse popolari, si distinsero particolarmente i battaglioni e le brigate del Quinto Reggimento (v.), le milizie giovanili e sindacali, le Brigate Internazionali (v.).

La solidarietà internazionale, morale e materiale, rappresentò un momento importantissimo nella resistenza. Particolarmente decisivo fu l’apporto deH’Unione Sovietica in armi e munizioni. Anche il governo del Messico contribuì aH’armamento dei difensori.

Tre anni dopo, il martedì 28.3.1939, alle ore 11 del mattino, le forze fasciste entreranno a Madrid senza incontrare re[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 95

Brano: Antisemitismo

« La difesa della razza », Anno II. n. 11 (8.4.1939)

Ma il vero, fondamentale motivo che spinse Mussolini a introdurre l’antisemitismo di Stato fu senza dubbio determinato dalla convinzione che il patto dì alleanza italotedesca (v.) non tollerasse differenziazioni politiche. Hitler aveva pubblicato il proclama contro gli ebrei il 29.3.1933 e, nel loro zelo servile, i fascisti non potevano non allinearsi prontamente, prima ancora che i tedeschi lo esigessero con richieste esplicite, come fecero in realtà ai primi del 1943 quando lamentarono per vie diplomatiche la protezione che le nostre truppe di occ[...]

[...]ente in atto. Le dichiarazioni programmatiche del Gran Consiglio entrarono a far parte dell'ordinamento dello Stato fascista con leggi che vennero promulgate tra la fine del 1938 e i primi del 1939. Tali misure furono precedute da una pesantè campagna di stampa, alla quale parteciparono praticamente tutti i giornali italiani e nella quale si distinse in modo speciale

il direttore de « Il Tevere » Telesio ìnterlandi (che fonderà poi la rivista La difesa della razza). L'Acca

demia d’Italia elaborò uno studio sui riflessi dell’ebraismo nel paese attraverso i secoli e venne pubblicato un cosiddetto « manifesto degli scienziati » (al quale contribuirono anche i professori Pende e Visco), dove si sosteneva — tra l’altro — che « gli ebrei rappresentano l’unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia, perché costituita da elementi razziali non europei ».

Dal censimento razzista del 1938 risulta che in quel momento gli ebrei italiani erano precisamente 47.252 e rappresentavano l’1,4 per mille della popolazione italiana. Gli ebrei del[...]

[...]enti furono circa 5.600 (200 universitari, 1.000 medi e 4.400 elementari).

Tutto il patrimonio immobiliare ebraico, le attività industriali e quelle commerciali dovettero essere denunciati; la parte eccedente il consentito passò a un apposito ente di gestione [E.G.E.L.I.), incaricato di versare agli ex proprietari un risarcimento, con pagamenti trentennali al tasso del 4 per cento. Tutte le aziende di proprietà ebraica dichiarate interessanti la difesa nazionale o comunque con più di

1.000 dipendenti dovettero essere obbligatoriamente alienate nel giro di 6 mesi, con obbligo per gli ex proprietari di reinvestire il ricavato della vendita in titoli consolidati di stato nominativi. Agli ebrei furono rigorosamente proibite le professioni di notaio e di giornalista (quest’ultima fu tuttavia consentita ai «discriminati»), mentre per le altre professioni fu decretata la cancellazione automatica dagli albi di categoria e prevista un’attività rigorosamente vigilata.

Vennero istituiti uffici per la discriminazione e un Tribunale della razza, p[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 715

Brano: [...]in aria portandolo su una zona minata. Erano le ultime mosse di una battaglia disperata. Alle 15 e 30, in un estremo tentativo di fermare l’avanzata tedesca,

il sottotenente Guido Bertoni si lanciò contro il nemico avanzante con 6 camionette che, una dopo l’altra, vennero distrutte dai mezzi corazzati. Subito dopo, travolta l’ultima resistenza (nella quale cadde orribilmente straziato Raffaele Persichetti), fu la volta dei lancieri disposti alla difesa di Testaccio: furono letteralmente fatti a pezzi. I pochi superstiti tentarono un’ultima, breve difesa sulle alture dell’Aventino.

Alle 16, dopo che Leandro Giaccone, capo di stato maggiore della Divisione « Centauro », ebbe firmato la resa al Quartier generale tedesco di Frascati, i soldati sopravvissuti,

sbandati e disperati, sfilarono sotto gli occhi dei capi antifascisti, di Pertini che non voleva abbandonare la lotta, di La Malfa corso a incitare i suoi a Piazza dell’Emporio, di Longo arrivato su un taxi requisito. Finita la battaglia, i difensori di Porta San Paolo, come tanti alt[...]

[...]ertini che non voleva abbandonare la lotta, di La Malfa corso a incitare i suoi a Piazza dell’Emporio, di Longo arrivato su un taxi requisito. Finita la battaglia, i difensori di Porta San Paolo, come tanti altri, prenderanno la via della lunga resistenza armata.

Vie.

Bibliografia: Gianni Cagianelli, Particolari sconosciuti di 60 ore di battaglia, in « Vent’anni or sono Roma insorgeva », Capitolium, 9.9.1963, a. XXXV, n. 9; Mario Capitani, La difesa di Roma. Cronistoria dal 25 luglio all'8 settembre 1943, Società tipografica modenese Mucchi, 1973; Giacomo Carboni, Le verità di un generale distratto sull’8 settembre. Un saggio sui mezzi usati per trasformare l’eroica difesa dì Roma nella mancata difesa di Roma, Edizioni Beta, 1966; Il sole è sorto a Roma, a cura di Lorenzo D’Agostini e Roberto Forti, A.N.P.I., 1963; Melton S. Davis, Chi difende Roma? I quarantacinque giorni: 25 luglio8 settembre 1943, Rizzoli, 1973; Glauco Della Porta, Più che difesa fu rivolta, in Capitolium, 9.9.1963, a. XXXV, n. 9; Roberto Gabriele, Quanti furono i cad[...]

[...]1963, a. XXXV, n. 9; Roberto Gabriele, Quanti furono i caduti per Roma?, in Capitolium, 9.9.1963, a. XXXV, n. 9; Leandro Giaccone, Ho firmato la resa di Roma. 10 settembre 1943 ore 15,20, Cavallotti, 1973; Oreste Lizzadri, Il regno di Badoglio e la Resistenza romana, Napoleone, 1973; Riccardo Mariani, I tragici giorni dell’armistizio per le strade di Roma, in « La Resistenza romana: trent’anni dopo », Capitolium, ottobre 1973; Partito di Azione, La difesa di Roma, 910 settembre, Edizioni del Partito d'azione, s.a.; Renato Perrone Capano, La Resistenza in Roma, Macchiaroli, 1963, 2 vv.; Enzo PisciteiIi, Storia della resistenza romana, Laterza 1965; La resistenza di Roma (19431944), a cura di Armando Ravaglioli e Giorgio Caputo, Comitato per la celebrazione del venticinquesimo della Resistenza, 1970; Gioacchino Salinas, I granatieri di Sardegna nella difesa di Roma, Gal lizzi, 1968; Viva Tedesco, Il contributo di Roma e della provincia nella lotta di liberazione, Amministrazione provinciale di Roma, 1967; Ruggero Zangrandi, L'Italia tradita: 8 settembre 1943, Mursia, 1971; Ruggero Zangrandi, 25 luglio8 settembre 1943, Feltrinelli, 1964.

Portella delle Ginestre

Pianoro sovrastato dai monti Pizzuta e Cometa, che si stende per breve tratto tra i comuni di Piana dei Greci e San Giuseppe Jato (Palermo), n.5.1947 fu teatro di una strage, attribuita alla mafia (v.).

A Portella delle Ginestre, fin dai tempi delle lotte dei fasci contadini guida[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 319

Brano: Leningrado, Assedio di

Autocolonna sovietica sul lago Ladoga ghiacciato durante l'assedio di Leningrado (1941)

tura urbana esterna vera e propria imperniata su PeterhoffPulkovo. La difesa interna della città venne articolata in 7 settori. Nei lavori di fortificazione furono impiegati, tra luglio e agosto, circa 500.000 leningradesi. Durante l’estate, la popolazione della città fornì inoltre al fronte 9 divisioni di truppe ausiliare.

11 10 luglio i tedeschi scagliarono contro il sistema difensivo sovietico, ancora in via di realizzazione, forze quattro volte superiori a esso: l’urto fu tremendo. Subendo perdite ingentissime, le unità hitleriane sfondarono il fronte in più punti, ma furono poi fermate sulle linee scaglionate in profondità e non poterono raggiungere gli obiett[...]

[...]sitivo nemico, costringendo i tedeschi a rallentare la pressione, a retrocedere in certi settori e a richiamare ingenti rinforzi dalle riserve e dal fronte di Mosca (Divisione motorizzata S.S. « Testa di morto », III Divisione motorizzata, Vili Corpo, XXXIX Corpo motorizzato composto da 2 divisioni corazzate e 2 motorizzate). Il progettato congiungimento dei tedeschi con i finlandesi nell’istmo di Carelia, a tergo della città, venne sventato.

La difesa

Mentre sul fronte infuriava la battaglia, due terzi degli impianti industriali di Leningrado vennero smontati, trasferiti aH’interno dell'Unione Sovietica e ivi rimessi in esercizio. Le rimanenti fabbriche della città si misero a lavorare esclusivamente per la produzione bellica. Nella cintura difensiva vennero costruite 400 casematte in cemento armato per artiglierie di ogni calibro, 650 nidi di mitragliatrice e

24.000 sbarramenti. Nella cerchia urbana vennero allestiti 4.600 rifugi antiaerei, atti a contenere fino a

900.000 persone. Alla periferia furono scavati trincee e fossati, [...]

[...]ati, 7.143, tra cui ospedali, scuole, musei, officine e insigni monumenti storici. La fame, il freddo, le privazioni, la tensione nervosa, le immense fatiche lasciarono profonde tracce sul fisico di tutti i sopravvissuti. Ma le fabbriche cittadine non cessarono mai di produrre armi e munizioni per il fronte.

Con prodigiosa efficienza si continuò a rifornire la città attraverso il Lago Ladoga, inviando i materiali necessari alla produzione e alla difesa. Durante l’inverno si giunse a far funzionare una linea ferroviaria sulla superficie ghiacciata del lago. In coincidenza con tutte le maggiori offensive naziste e le relative controffensive sovietiche sui vari _ fronti, si ebbero attacchi sovietici sul fronte di Leningrado, per impedire al Quartier generale tedesco di ridurre ivi le forze per impiegarle altrove, nei punti più minacciati. AI principio del 1944 up offensiva sovietica combinata (dalla città e dall’esterno) portò alla rottura del

319



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 328

Brano: [...]interessati a sfruttare la nuova situazione creatasi nel Mediterraneo orientale con la capitolazione dell’Italia, ma anche perché i presìdi italiani di questo settore, con la loro resistenza, dimostrarono quale peso avrebbe potuto assumere un’attiva presenza armata nel mantenimento di quelle posizioni.

Le forze in campo

Circa 8.000 uomini, di cui 6.000 marinai, presidiavano l’isola, di cui era governatore l’ammiraglio Luigi Mascherpa (v.). La difesa marittima e quella contraerea erano comandate rispettivamente dai capitani di fregata Luigi Re e Luigi Spigai. Il fulcro di tale difesa era costituito da 6 gruppi: Gruppo contraereo Nord (comandato dal capitano di artiglieria Leonetto Amadei) ; Gruppo navale Ovest (cap. art. Mario Minozzi) ; Gruppo contraereo Centro (cap. art. Augusto Gorisi) ; Gruppo navale Est (cap. art. Ernesto Nasti) ; Gruppo navale Sud (cap. art. Liberale Libera) ; Gruppo Contr. Sud (cap. art. Umberto Galeota).

Lero era anche la base di alcuni mezzi navali, tra cui la III Flottiglia MAS, al comando del capitano di fre[...]

[...]po contraereo Nord (comandato dal capitano di artiglieria Leonetto Amadei) ; Gruppo navale Ovest (cap. art. Mario Minozzi) ; Gruppo contraereo Centro (cap. art. Augusto Gorisi) ; Gruppo navale Est (cap. art. Ernesto Nasti) ; Gruppo navale Sud (cap. art. Liberale Libera) ; Gruppo Contr. Sud (cap. art. Umberto Galeota).

Lero era anche la base di alcuni mezzi navali, tra cui la III Flottiglia MAS, al comando del capitano di fregata Luigi Borghi. La difesa presidiarla era affidata al I Battaglione del 10° Reggimento di fanteria « Regina », con una forza di 1.200 uomini al comando del tenente colonnello Felice Leggio. L’isola disponeva infine di un aeroporto, dove era di stanza una squadriglia di

10 apparecchi da ricognizione marittima Cant. Z 501.

328



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 99

Brano: [...] Levi consegnerà alla storia un resoconto ineguagliabile di quella tragica esperienza.

Ma le repressioni, per quanto feroci, non fecero che chiamare sempre nuovi patrioti alla lotta e questa si svolse ininterrottamente, fino a concludersi nelle giornate dell'aprile 1945, allorché si può dire l’intera popolazione torinese, senza distinzione di partito, contribuì alla liberazione della città schierandosi a fianco delle formazioni partigiane.

La difesa degli impianti (dicembre 1944aprile 1945)

Più che sul piano delle vere e proprie operazioni militari, dove ovviamente l'azione popolare poteva rivestire soltanto carattere complementare perché le cose venivano decise, in ultima analisi, dal rapporto di forza tra i contrapposti eserciti tedesco e angloamericano, l'intervento dei lavoratori e dei partigiani torinesi fu determinante e della massima importanza per l'intero Paese sul piano economico e industriale.

Quando le avanguardie Alleate giungeranno a Torino, da Alessandria dove da tempo erano ferme per mancanza di carburante, non nasc[...]

[...]costituzione della prima Commissione antisabotaggio (v.), e nel gennaio 1945, di fronte all’incalzare degli eventi bellici, venuto a conoscenza dei piani di distruzione predisposti dal Comando germanico in vista di una ritirata dal suolo piemontese, il C.L.N. regionale piemontese aveva costituito, su basi più ampie e con mezzi adeguati, un Ufficio sabotaggi e controsabotaggi, al quale si sarebbe in gran parte dovuto il successo quasi completo nella difesa degli impianti in tutto il Piemonte e in particolare a Torino.

La difesa delle fabbriche torinesi fu organizzata a partire dal gennaio

1945, in stretta collaborazione col Comando Piazza clandestino. In quasi tutti gli stabilimenti furono predisposte squadre operaie, sul modello delle S.A.P. cittadine, mentre gli edifici venivano gradatamente fortificati e apprestati a difesa, con piccoli depositi di armi, munizioni, esplosivi, viveri e medicinali. Queste squadre interne, poco numerose ma addestrate e armate (anche se con poche munizioni), facevano assegnamento sul concorso della massa operaia interna, politicamente inquadrata nei partiti del C.L.N.: esse erano [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 671

Brano: [...]imo elenco dei giornali parti

giani, molti destinati a breve vita, altri editi per circostanze speciali e altri ancora mantenutisi fino alla Liberazione e oltre. Esemplari i casi di Baita (v.), edito nel Biellese, che toccò le 4.000 copie di tiratura, e di La Stella alpina (v.), organo delle Brigate partigiane del CusioOssolaVerbano comandate da Cino Moscatelli.

Fra i giornali clandestini femminili si ricordano Noi donne (v.), La compagna, La difesa della lavoratrice, nonché numerosi fogli locali: da Le donne in lotta di Genova a La donna friulana di Udine (v. Donne nella Resistenza).

Stampa azionista

Vasta fu la gamma delle pubblicazioni del Partito d'Azione, secondo solo al P.C.I. in questo campo. A Roma, Leone Ginzburg (v.), Francesco Fancello, Manlio Rossi Doria, Carlo Muscetta e Stefano Siglienti curarono l'edizione nazionale della già ricordata “Italia Libera”: l’edizione per l'Alta Italia, stampata a Milano, era diretta da Leo Valiani (v.), mentre quella piemontese, edita a Torino, aveva per direttori lo storico Franco Ventu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 655

Brano: [...]ronte Sud, i tedeschi ottennero così una grande superiorità tattica. L’attacco iniziò il 28 giugno. Il morale dei tedeschi era elevato (anche perché, nel Nordafrica, avevano espugnato Tobruk una settimana prima) e le difese locali sovietiche furono rapidamente travolte: Voronez fu occupata il 7 luglio, mentre iniziavano le operazioni più a sud, nell’ansa del Don, dove si misero in moto quattro Armate tedesche con un poderosissimo appoggio aereo. La difesa sovietica ebbe qualche sbandamento, con tendenza a ritirarsi senza combattere. II 12 fu costituito il fronte di Stalingrado e affluirono i primi rinforzi, ma i sovietici, pur disponendo di 1.500.000 uomini e di 2.000 carri nella riserva strategica, prima di reagire vollero capire esattamente quali erano gli obiettivi nemici.

Hitler, convinto che ormai i sovietici fossero liquidati, divise incautamente le proprie forze puntando sulla conquista contemporanea di due distinti obiettivi: Stalingrado e il Caucaso. Il 24, un'Armata sovietica venne accerchiata e la città di Rostov con tutta l'ansa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 611

Brano: [...]ù noti dirigenti del movimento anarchico internazionale.

Fu soprattutto per opera dei comunisti (il cui seguito aumentò enormemente per la disciplina dimostrata e il prestigio guadagnato attraverso gli aiuti economici e militari che venivano daH’Unione Sovietica) che si procedette alla riorganizzazione deM'esercito: uno dei primi “modelli” fu il Quinto Reggimento (v.), per la cui costituzione fu determinante l’impegno di Vittorio Vidali (v.). La difesa di Madrid rappresentò così un’epopea, percorsa da innumerevoli episodi di eroismo e sostenuta dall’incitamento costante della presenza e dell’oratoria di Dolores Ibérruri (v.).

In ogni caso la guerra di Spagna rappresentò per l’antifascismo internazionale un luminoso punto di riferimento, un grande momento di entusiasmo e di speranza; il ciclo espansivo dei fascismi e della repressione sembrava essersi arrestato e sembrava possibile sconfiggere il fascismo spagnolo, dando così inizio alla sconfitta del fascismo internazionale. La parola d’ordine di Carlo Rosselli (v.) « Oggi in Spagna, dom[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 592

Brano: [...]

Anche in Valchiavenna, dopo che in giugno Porchera ebbe preso contatti con Gambaruto, si sviluppò una linea partigiana 'd'attacco, talora in collegamento con il gruppo garibaldino del monte Berlingherà della 52a Brigata “Clerici”, che gravitava sulla sponda destra del Lario.

Media e alta Valtellina

Dopo un periodo caratterizzato da azioni volte a procurare armi e viveri, nella media e alta Valtellina la lotta fu rivolta principalmente alla difesa degli impianti idroelettrici (v. Antisabotaggio). Decisivo, a questo riguardo, fin dal marzo 1944 fu l'arrivo di Cesare Marelli legato a Ferruccio Par ri come lo era l’avvocato Plinio Corti [Ulisse). Soprattutto all’iniziativa di quest'ultimo risalì, in agosto, la costituzione della I Divisione Alpina Valtellina “G.L.”. Ne rimasero fuori le formazioni garibaldine della bassa valle e due piccoli gruppi della zona di Aprica e Villa di Tirano, qià inquadrati nella Dvisione “Tito Speri” delle “Fiamme verdi”. Corti assunse il ruolo di commissario politico della nuova Divisione e il capitano Giusep[...]

[...]o non raggiunse grandi risultati.

Quanto a Marelli, dopo avere assunto in agosto il comando di tutte le formazioni del Bormiese, della Valfurva, di Valdisotto e Valdidentro (con Angelo Ponti commissario politico e Placido Pozzi vicecomandante), in dicembre raggiunse con I suoi uomini Livigno, occupando il Passo del Foscagno, d’accordo con la A.E.M. milanese che mise a disposizione dei reparti i propri magazzini di Cancano. Oltre ad assicurare la difesa degli impianti idroelettrici, la I Divisione Alpina mirò a impedire al nemico di schierarsi sulla linea fortificata TeglioSan GiacomoTresenda e di transitare lungo la valle verso il Brennero. Di qui il programma di sabotaggio delle strade che portavano all’Aprica e al

lo Stelvio.

Con il concentrarsi in provincia di Sondrio dei fascisti fuggiti dall'Italia centrale e, negli ultimi mesi di gurera, dei militari e dei mezzi di combattimento destinati a costituire il “ridotto” alpino della Valtellina (v. Repubblica Sociale Italiana) vagheggiato dal segretario del Partito fascista repubblican[...]

[...]r la sua linea garibaldina.

Le azioni partigiane della nuova Divisione giellista consistettero nell'attacco ad automezzi nemici, a posti di avvistamento e presidi fascisti. In una di queste azioni cadde il

19 agosto Luigi Gagetti, diventato uno dei comandanti valtellinesi più popolari. Frequenti furono le azioni di disturbo al traffico di automezzi tedeschi lungo la strada TiranoBormio, con un ritmo che s'intensificò nei mesi autunnali.

La difesa degli impianti idroelettrici essendo divenuta, da fatto spontaneo dell'azione partigiana, linea strategica della nuova Divisione, nell’inverno 194445 le formazioni si

592


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine La difesa, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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